presentazione del libro
Raggiungere Catanzaro
non è facile
ed è anche dispendioso
(Sempremai)
di Anna Patrizia Mongiardo
Interviene
Michela Monferrini
«Anche la bicicletta fa un bel danno se ti arriva nella schiena, e mia nonna l’ha presa proprio in pieno».
Comincia così la storia di Anna, che nel 1958 ha cinque anni, e vive in Calabria, in provincia di Catanzaro. È l’inizio di un viaggio nel passato del nostro Paese cadenzato dalle musiche di Bob Dylan e Joan Baez, che Anna ascolta alla radio Mivar regalatale dal papà, e poi, più tardi, dagli slogan della televisione, quelli urlati dagli studenti che occupano, nel Sessantotto, le scuole del Paese, mentre i telegiornali raccontano di un mondo in cui la Calabria non c’è mai, tranne quando si tratta di parlare della mafia. Anna però non è d’accordo coi telegiornali, e vorrebbe i capelli come Caterina Caselli e le gonne corte come vanno di moda, e andare a fare spese nei negozi delle grandi città, anche se però, da lei, c’è solo il negozio di Bruno, dove hanno cominciato da poco a vendere qualche abito confezionato.
La Mongiardo racconta da una prospettiva inedita e un po’ defilata l’Italia in cui è cresciuta, attraverso gli occhi di una bambina, poi adolescente, che osserva le cose intorno con curiosità e una gran voglia di scoprirne il verso giusto.
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Anna Patrizia Mongiardo, calabrese di nascita bolognese d’adozione, da tempo si dedica alla scrittura e quando ha iniziato a scriverlo, questo suo primo libro, si era chiesta: e adesso cosa racconto? Ha pensato di raccontare di se naturalmente, ma scrivere di sé non è proprio facile. Ci ha provato, e provandoci ha trovato quella voce di bambina che cresce e diventa donna in una terra difficile come la Calabria, terra d’emigranti, terra disperata, da dove è partita anche lei come tanti. Non è solo di sé che parla in questo libro ma di un mondo, e di un periodo storico scomparso. A volte, quando le chiedono quale dei due luoghi ami di più è come se le chiedessero, dice lei, se ama un figlio più di un altro. E risponde: «Li amo entrambi naturalmente, anche se in modo diverso».